Storie dal Collegio

L’esperienza di Katya Talora

L’esperienza di Katya Talora

Ciao Katya, ti va di raccontarci chi sei e in cosa consiste il tuo lavoro oggi?

Parto dalla fine: non ho esattamente scelto la mia strada, ma ho saputo cogliere le opportunità che la realtà mi ha messo davanti. Il mio percorso è stato segnato da tanti sacrifici, personali e professionali, che mi hanno portata a ricoprire ruoli diversi – dal project management allo sviluppo qualità fornitori, dagli acquisti alla logistica – in settori molto eterogenei: dai servizi del terziario all’industria ferroviaria, fino al faticoso mondo dell’automotive.

Oggi sono responsabile del dipartimento Logistics & Supply Chain di Automobili Lamborghini, un’azienda di cui sono profondamente fiera.

In cosa consiste il vostro lavoro nel team Logistics & Supply Chain?

Insieme al mio team ci occupiamo di tantissimi aspetti, che vanno da quelli più operativi a quelli strategici. Un lavoro semplice a raccontarlo ma molto complesso in ogni suo aspetto, tipo:

  • Pianificare la produzione dei nostri plant (carbonio, verniciatura, linee di assemblaggio SuperSportive, SuperSUV…)
  • Far partire i progetti con i fornitori, gestire i trasporti, i magazzini, gli inventari
  • Lavorare su innovazione, automazione, dati e I.A., sistemi, budget, investimenti
  • E poi le “missioni impossibili”: gestione crisi dei semiconduttori, interruzioni di fornitura dovute a guerre/crisi politihe, dazi, magazzini pieni come Tetris…

Ma la responsabilità più grande che sento – e che chiedo anche ai manager del mio team – è un’altra: il caring delle persone. Per me significa ascolto attivo, empatia, valorizzazione delle potenzialità individuali, stimolo alla curiosità e al miglioramento continuo. È un approccio faticoso, ma è l’unico che mi fa sentire davvero utile alla crescita del team, sia nelle hard che nelle soft skills.

In che modo l’esperienza del Collegio ha influenzato il tuo percorso?

Il mio modo di interpretare il ruolo di leader – dando pari importanza alla crescita tecnica e a quella personale delle persone – è fortemente influenzato dai sei anni vissuti al Collegio Einaudi. Guardando i collegiali più grandi che mi hanno guidata, ho imparato a essere “professionista” sia nello studio che nel divertimento. Perché anche il divertimento, se condiviso con chi affronta con te la fatica dello studio, è una cosa molto seria attraverso cui si impara tantissimo soprattutto su sé stessi.

In collegio ho imparato il valore del team, della comunità, dell’incoraggiamento reciproco. Sono strumenti potentissimi per la motivazione e fanno la differenza in ogni contesto.

Quando ripassi davanti alla tua vecchia sezione qual è la prima cosa che ti viene in mente? C’è un ricordo collegiale che ti fa ancora sorridere o che ti è rimasto nel cuore?

Ogni volta che passo davanti al Collegio di Corso Lione, la prima immagine che mi viene in mente (e so che vi farà sorridere!) è me in accappatoio verso le docce o con il rotolo di carta igienica sotto braccio. Sì, perché i bagni erano condivisi (ogni 4 stanze… una doccia e un bagno 😅 ), e quel gesto – per me timida – ha rappresentato un primo passo fuori dalla comfort zone. Un piccolo grande passo che oggi, con il ruolo che ricopro, assume un significato ancora più profondo, sono certa che se oggi riesco a parlare davanti a una platea o a gestire una crisi logistica internazionale… è anche grazie a quel primo passo in ciabatte.

Un ricordo? Le sessioni d’esame. Porte aperte (nel mio caro vecchio collegio di corso Lione le porte non erano ancora porte REI con chiusura automatica), silenzio teso… e poi, nei momenti di maggiore fatica, come un’onda partiva una catena di voci: “Caffè? Caffè? Caffè?” e ci si ritrovava in cucina con le moka. Pausa, risate, spiegazioni last minute e sempre “qualcuno” di più grande che ti dava una chiave finalmente di comprensione su un argomento che non capivi da ore. Magia pura.

C’è qualcosa che ti piacerebbe dire ai collegiali e alle collegiali di oggi?

Il collegio è una comunità che riflette le dinamiche della vita reale. È un’opportunità unica per sperimentarsi in un ambiente protetto e guidato. Vivetelo fino in fondo, perché vi farà crescere come persone e come professionisti. E perché, anche se la vita vi porterà in continenti diversi, chi ha condiviso con voi quel pezzo di strada avrà sempre un posto nel vostro cuore. E ricordate: divertirsi è una cosa seria tanto quanto studiare profondamente. Fatelo bene. Insieme.

Rectangle 1

Sii parte anche tu della vita degli studenti.
Sostieni il Collegio Einaudi

Altre storie dagli
studenti del Collegio